Denti del giudizio: quando conviene estrarli e non aspettare

Giovanni Eger

Giovanni Eger

A che età vanno estratti i denti del giudizio?

I terzi molari, comunemente chiamati “denti del giudizio”, non sono denti di serie B che devono essere estratti a priori. Essi infatti, quando sono sani e correttamente posizionati, rappresentano un patrimonio prezioso per la bocca, al pari degli altri denti.

È di fondamentale importanza, però, sapere che una corretta diagnosi fatta verso i 14 anni d’età, ossia prima che la radice di questi denti si sia formata completamente, può evitare molti problemi. Ci sono infatti molti casi in cui i terzi molari non riescono a posizionarsi correttamente nelle arcate dentali, principalmente per mancanza di spazio o per una traiettoria di eruzione scorretta.

Quando questo succede possono insorgere una serie di problemi, che spesso peggiorano con il passare del tempo.

Problemi e disturbi legati ai denti del giudizio

Pericoronarite

È l’infiammazione della gengiva intorno alla corona del dente, frequente quando il dente del giudizio è riuscito a fuoriuscire solo in parte dalla gengiva. Questo posizionamento errato crea molte difficoltà ad eseguire una corretta pulizia e facilmente si ha l’accumulo di placca batterica e residui di cibo che causano l’infiammazione. È una condizione che può risultare anche molto dolorosa, spesso richiede la somministrazione di antibiotici per il trattamento della fase acuta e soprattutto ha la tendenza a recidivare. Di fatto solo l’estrazione del dente è risolutiva.

Carie a livello del dente del giudizio o del molare che lo precede

Essendo difficile da pulire, un terzo molare scorrettamente posizionato è soggetto all’accumulo di placca batterica che facilmente può portare alla carie. Cosa ancor più grave è che lo stesso vale anche per il dente che gli si trova vicino.

Danni parodontali al dente adiacente

La presenza di un dente del giudizio posizionato in modo scorretto può rovinare a volte anche in modo molto serio i tessuti di sostegno (gengiva, osso e legamento parodontale) del dente vicino. La violazione di questi tessuti apre una porta ai batteri che facilmente possono colonizzare zone della radice anche molto profonde causando seri danni.

Riassorbimenti radicolari

Se il dente del giudizio cresce orizzontalmente o inclinato e la sua spinta eruttiva lo porta a incastrarsi verso la radice o il colletto del dente vicino, cioè il secondo molare, si innesca un processo chiamato “riassorbimento esterno” che può portare anche alla sua perdita.
È di fondamentale importanza valutare se in un giovane paziente i denti del giudizio che si stanno formando avranno o meno la possibilità di erompere correttamente, al fine di evitare problemi futuri. Ma c’è un motivo ancora più importante: l’estrazione precoce di questo denti in moltissimi casi risulta estremamente più agevole e sicura grazie al fatto che le radici non sono ancora cresciute. Questo aspetto risulta determinante soprattutto nei casi in cui il nervo che decorre all’interno della mandibola si trova ad essere vicino alla zona in cui si stanno sviluppando i denti del giudizio. In questa situazione infatti avviene con una certa frequenza che le radici si sviluppino proprio a ridosso del nervo o addirittura lo circondino in una sorta di abbraccio: l’estrazione di questi denti quando si sono formati completamente comporta il rischio di lesione nervosa. Rischio che può essere evitato se il dente viene estratto in tutta sicurezza quando le radici non si sono ancora sviluppate perché il problema è stato intercettato in tempo dal dentista.

In ogni caso l’estrazione di un germe dentale (ossia il dente senza radici) risulta meno invasiva di quella di un dente “ben radicato”.
Un consiglio quindi ai genitori e ai ragazzi: cogliete l’attimo e fate valutare i denti del giudizio!

Dr. Giovanni Eger

Laureato con lode in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli studi di Verona nel 2008. Perfezionato in endodonzia sotto la guida del dott. Fabio Gorni, conservativa sotto la guida del dott. Roberto Spreafico ed in Protesi Totale presso il Prof. Glauco Marino. Ha frequentato il corso biennale di parodontologia presso il dott. Roberto Pontoriero a Milano. Si occupa prevalentemente di conservativa, protesi, parodontologia, chirurgia parodontale ed implantare.

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