Macchie sui denti: il ruolo delle sostanze pigmentanti

Enrico Vedelago

Enrico Vedelago

Alimenti e sostanze pigmentanti

L’assunzione di alcune tipologie di alimenti e/o sostanze ed alcune cattive abitudini (come il fumo e la scarsa igiene orale) sono responsabili di pigmentazioni sulla superficie dei denti, le cosiddette “macchie”. In questo articolo parleremo quindi di pigmentazioni esterne, tralasciando l’argomento delle pigmentazioni interne.

Gli alimenti che causano alterazioni del colore dello smalto dentale sono, di solito, bevande come: il tè, gli infusi, il vino rosso, il caffè e le bibite gassate ricche di coloranti; oppure condimenti, come la salsa di soia e l’aceto balsamico.

Tra frutta e verdura vi sono ad esempio: mirtilli, more, melograno, ciliegie, barbabietole e spinaci. Sono elementi pigmentanti anche i dolci e le caramelle eccessivamente colorati e la liquirizia.
Un facile metodo per limitare gli effetti di questi alimenti è ridurne il consumo e sciacquarsi la bocca dopo l’assunzione.

Fumo di tabacco e macchie sui denti

La principale sostanza che mette a rischio la colorazione naturale dei denti è però il fumo di tabacco, questo suo effetto collaterale è sicuramente il meno importante dal punto di vista della salute orale ma esteticamente ha un grosso impatto.

Il fumo è responsabile della formazione di macchie e pigmentazioni, dal colore giallo al marrone, sia su denti naturali che sui denti protesizzati e sulle otturazioni estetiche. Inoltre il tabacco provoca un aumento della formazione e del deposito di tartaro (placca batterica calcificata) sui denti.

Le superfici dentarie rese così ruvide, richiamano altra placca che provoca l’ulteriore aumento di pigmentazioni nonché altri depositi di tartaro, favorendo in ultima analisi l’insorgenza di carie ed infiammazione gengivale.

Farmaci, integratori e collutori

Anche alcuni farmaci come gli antistaminici, gli integratori (specie a base di ferro) ed i collutori (a base di clorexidina), possono provocare antiestetiche “macchie” sugli elementi dentari. Per quanto riguarda i collutori, così come i gel ed in misura minore i dentifrici con clorexidina, essi vengono utilizzati nell’ambito dell’igiene orale domiciliare e professionale, nella terapia chirurgica e non chirurgica della malattia parodontale ovvero prima e dopo gli interventi di chirurgia orale.

Essi tuttavia non sono indicati per terapie a lungo termine e non sono generalmente raccomandati per l’igiene quotidiana proprio perché possono causare pigmentazioni nerastre o marroni a carico dei denti e anche della superficie mucosa della lingua.
Il paziente dovrebbe eseguire terapie che prevedono sciacqui con collutori contenenti clorexidina solamente quando consigliato dall’odontoiatra o dall’igienista dentale, questo proprio perché un abuso di questa sostanza chimica può peggiorare, seppur temporaneamente, l’estetica del sorriso.

Igiene domestica e servizi alla poltrona

Per evitare questi problemi di cosmesi dentale è importante avere una buona igiene orale domiciliare, indispensabile anche per combattere la carie o altre patologie del cavo orale, e sottoporsi almeno un paio di volte all’anno a una pulizia dei denti professionale.

Le pigmentazioni come quelle già citate da fumo, possono essere rimosse facilmente attraverso uno strumento detto Air Flow (o Prophy jet) che utilizza un getto ad alta pressione di aria, acqua e polvere di bicarbonato. In alternativa anche l’utilizzo di coppette da lucidatura o spazzolini con setole di nylon associati ad una pasta da lucidatura possono risolvere il problema.

Soluzioni per lo sbiancamento fai da te: più danni che benefici

Negli ultimi anni sul mercato sono presenti diversi tipi di dentifrici che promettono di sbiancare i denti. A prescindere dalla loro efficacia l’utilizzo frequente e prolungato di questi prodotti è sconsigliato poiché con il tempo tendono a deteriorare lo smalto dei denti. Solitamente nei dentifrici sbiancanti sono contenuti infatti dei microgranuli che svolgono una funzione abrasiva sulla superficie del dente.

Sono molto di moda ultimamente anche alcuni rimedi “fai da te” come il limone associato al bicarbonato o la polvere di carbone attivo: è importante sapere che queste sostanze mettono gravemente a rischio o addirittura danneggiano irreparabilmente lo smalto del dente, erodendolo ed indebolendolo.

Enrico Vedelago

Laureato in Igiene Dentale presso l’Università degli Studi di Trieste nel 2016. Collabora come libero professionista con ambulatori e cliniche odontoiatriche. In Faggian Clinic si occupa di Igiene dentale.

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