Questo in gnatologia è il vero bite, meglio conosciuto come “placca terapeutica”; è un dispositivo medico individuale costruito su misura dal dentista solitamente in PMMA (polimetilmetacrilato) fresato dal pieno oppure no, basato su due impronte di precisione effettuate con sistemi chimici (alginati o siliconi) o con scanner digitali e una masticazione (una chiave di occlusione, il morso, appunto) presa in vari modi e a diverse altezze e posizioni, ciascuna peculiare per risolvere il problema specifico che quel paziente presenta.
Esistono molteplici e differenti tipi di placche, ciascuna specializzata a risolvere i problemi specifici. In tutti i casi, tuttavia, le placche devono garantire un contatto simultaneo, univoco e di uguale intensità tra la sua superficie occlusale ed i denti dell’arcata antagonista.
I principali tipi di placca sono la Placca di Michigan, la Placca di stabilizzazione inferiore, la Placca di Alonso, la Placca di Hawley. Anche se difficili da costruire e costosi, tali dispositivi di precisione sono parte di una terapia complessa che mira a risolvere o mitigare problematiche quali:
- bruxismo orizzontale
- serramento
- tensioni muscolari
- problematiche di natura articolare
- usure dentali di varia natura
- efficientamento delle performance atletiche in atleti di alto livello con occlusioni non perfettamente bilanciate