La cartella e gli indici parodontali

Tommaso Cappellin

Tommaso Cappellin

Cos’è la cartella parodontale e come funziona

Oggi vi presentiamo un mezzo molto semplice ma altrettanto potente che accompagna la vita clinica del dentista: la cartella parodontale.

La cartella parodontale è uno strumento di raccolta dati con fini diagnostici, valutativi dell’igiene orale e talvolta illustrativi; infatti, aiuta il paziente a comprendere meglio la situazione della propria bocca. L’odontoiatra è tenuto a conoscerla approfonditamente, ma è altrettanto importante che anche i pazienti prendano confidenza con essa.

Informazioni accessibili anche al paziente

Chi frequenta Faggian Clinic da molti anni è abituato a sentire i valori numerici dei vari indici che vengono raccolti. In questo modo, il paziente stesso è in grado di interpretarli autonomamente e di crearsi un’idea generale della situazione che poi verrà spiegata dettagliatamente dal clinico. Inoltre, una volta ottenuta tale conoscenza, la comunicazione con l’odontoiatra diventa molto più snella e chiara.

Per alcuni di voi questo sarà un breve ripasso, mentre per altri questo articolo vuole essere un modo per aiutarvi a prendere dimestichezza.

Come si legge una cartella parodontale

La cartella parodontale riporta al centro uno schema della dentatura, così diviso:

  • Dal numero 11 al numero 18 (dente del giudizio) vengono riportati i denti in alto a destra;
  • Dal numero 21 al 28 (dente del giudizio) vengono riportati i denti in alto a sinistra;
  • Dal numero 31 al 38 (dente del giudizio) vengono riportati i denti in basso a sinistra;
  • Dal numero 41 al 48 (dente del giudizio) vengono riportati i denti in basso a destra.

Per ogni dente la cartella riporta gli esiti di diverse misurazioni, detti appunto indici parodontali:

  • Recessione: si tratta dello spostamento della gengiva verso l’apice del dente con scopertura della radice. Viene misurata in 6 siti per ogni dente di cui 3 sulla faccia esterna (rivolta verso le labbra e le guance) e 3 su quella interna (verso la lingua o il palato): uno posteriore, uno centrale e uno anteriore. Viene valutata in millimetri attraverso la sonda parodontale. In condizioni normali un dente non presenta recessioni.
  • Profondità di sondaggio: la sonda parodontale viene inserita tra dente e gengiva e viene misurata la profondità alla quale si ferma. Ogni dente viene indagato in 6 siti, 3 esterni (posteriore, medio e anteriore) e 3 interni (posteriore, medio e anteriore). In condizioni fisiologiche il solco gengivale misura al massimo 3 mm e i numeri in cartella appariranno di colore nero. Qualora i valori dovessero essere maggiori o uguali a 4 mm si parla di una condizione patologica poiché si è formata una tasca: è stato perso osso a causa della malattia parodontale e i numeri saranno di colore rosso. Maggiore è la profondità più grave è la situazione.
  • Sanguinamento al sondaggio: per ogni sito nel quale viene misurata la profondità di sondaggio si raccoglie anche la presenza o l’assenza di sanguinamento una volta che viene estratta la sonda. La presenza di sanguinamento associata ad un numero nero indica la presenza di infiammazione e quindi di una patologia reversibile chiamata gengivite. La presenza di sanguinamento associata ad un numero rosso indica che la malattia parodontale in quel momento è attiva e l’infiammazione sta riducendo il volume osseo. L’indice viene costruito come una percentuale, ovvero il numero di siti sanguinanti sul totale dei siti misurati. Per avere una condizione di salute deve essere dello 0%.
  • Mucosa: in questo settore si misura l’altezza della gengiva attorno al dente. La presenza di una gengiva di spessore e altezza adeguati è fondamentale per permettere al paziente di pulire e quindi di conservare uno stato di salute. Alcune patologie e alcune condizioni possono ridurne l’estensione e causare dolore allo spazzolamento e quindi disincentivare la pulizia.
  • Mobilità: nel momento in cui un elemento dentale perda gran parte del sostegno osseo può diventare mobile. Questa eventualità viene misurata in tre gradi:
    • 1: lieve
    • 2: media
    • 3: grave
  • Invasione della forca: alcuni denti presentano 2 o 3 radici. La parte di dente che unisce due radici forma una sorta di arco chiamato anche forca. Quando questa parte perde supporto osseo viene esposta, per cui la sonda può entrare e l’odontoiatra può misurare l’entità di invasione. La sondabilità della forca solitamente è un evento avverso per la prognosi di un dente.
  • Indice di placca (O’ Larey et al, 1972): si esegue la colorazione mediante il rilevatore di placca (colorante viola) e si valuta per ogni dente quanti siti sui 4 totali in cui viene suddiviso risultano colorati. I siti sono: uno posteriore, uno anteriore, uno interno e uno esterno. Si ottiene così la percentuale di siti colorati sui siti totali che vengono valutati. Per garantire uno stato di salute sia per la malattia parodontale sia per quella cariosa l’indice deve essere minore o uguale al 15%. Tuttavia, vi facciamo notare che in letteratura scientifica, secondo il prof. Maurizio Tonetti, l’indice di placca e di sanguinamento dovrebbero essere mantenuti al di sotto del 10% per garantire uno stato di salute parodontale sostenibile.

L’importanza della cartella parodontale in Faggian Clinic

Grazie alle informazioni che contiene e al suo accurato aggiornamento, la cartella parodontale rappresenta uno strumento di grande importanza per la prevenzione, la valutazione e il trattamento della parodontite.

Gli indici parodontali comunicano in modo dettagliato e completo le eventuali problematicità presenti, e consentono al dentista di organizzare e valutare al meglio i piani di trattamento e le dinamiche in atto, senza tralasciare nessun aspetto.

In fine come abbiamo già ricordato, la cartella rappresenta uno strumento davvero insostituibile nell’accesso alle informazioni per il paziente che, dati alla mano, può verificare e comprendere la sua situazione; comunicando con il dentista sulla base di una panoramica chiara e immediata, in grado di fargli comprendere passo passo gli interventi e i trattamenti scelti.

Dr. Tommaso Cappellin

Laureato in odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Padova nel 2020. Durante il periodo universitario ha frequentato corsi extra curricolari di conservativa con il dott. Marco Calabrese e il dott. Lorenzo Graiff, di allungamento di corona clinica tenuto dal prof. Leonardo Trombelli e di endodonzia con il dott. Luca Bovolato. Attualmente sta seguendo il corso annuale di Protesi Dentaria tenuto dal Dr.Gracis a Milano.

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