Fratture dentali: quali sono e come comportarsi

Tommaso Cappellin

Tommaso Cappellin

Fratture dentali

Esistono molteplici tipologie di frattura dentale. In tutti i casi, è importante rivolgersi quanto prima all’odontoiatra di fiducia, per ottenere una tempestiva diagnosi e un adeguato piano di terapia e di follow up. Tuttavia, riconoscere nell’immediato il tipo di danno causato dall’infortunio e seguire corrette pratiche, aiuta a scongiurare conseguenze più gravi.

Ecco quali sono le fratture dentali e come comportarsi nei diversi casi.

Come riconoscere le fratture dentali e cosa fare

Frattura dello smalto e frattura smalto dentinale

Nell’eventualità si rompa un frammento, il dente appare mancante di una sua porzione senza che la polpa (nervo) che si trova all’interno del dente, sia esposta. Non si prova dolore alla percussione. In questo caso, è necessario recuperare il frammento, lavarlo, metterlo in un bicchiere di latte o tenerlo in bocca e recarsi immediatamente dal dentista. Se disponibile e congruente alla porzione mancante, il frammento viene incollato al dente. Nel caso il frammento non fosse disponibile o dovesse essere incongruente, il dente verrà ricostruito con appositi materiali. Negli anni successivi al trattamento, il dente viene monitorato anche per mezzo di radiografie, per valutare se nonostante il trauma sia rimasto vivo.

Frattura smalto dentinale con esposizione della polpa

Si rompe un frammento di dente che appare mancante di una sua porzione; la polpa (nervo) che si trova all’interno del dente risulta esposta ma non si ha dolore alla percussione. Tale evenienza è grave e la si riconosce perché il dente sanguina dal suo interno (si può vedere un puntino rosso che rappresenta la polpa). Il frammento deve essere recuperato, messo nel latte o tenuto in bocca, ed è necessario recarsi immediatamente dal dentista. In questo caso il trattamento è sempre endodontico e la terapia dipende dall’età del dente. In un dente adulto si esegue una devitalizzazione. Nel caso di un dente che sta ancora formando la sua radice, il trattamento mira a mantenerlo vitale affinché si possa concludere la corretta formazione della radice. Se il frammento è disponibile e congruente alla frattura, può essere incollato, altrimenti il dente viene ricostruito con appositi materiali. Il dente deve essere controllato periodicamente anche per mezzo di radiografie.

Frattura della corona e della radice senza esposizione della polpa

La frattura si estende anche sotto gengiva, non c’è esposizione della polpa, non si ha dolore alla percussione e il frammento rotto è mobile ma non staccato. Anche in questo caso bisogna recarsi subito dal dentista e la terapia può variare molto a seconda di quanto la frattura sia penetrata sotto la gengiva. I trattamenti possono andare dalla semplice ricostruzione del dente preceduta dalla gengivectomia per esporre la linea di frattura, al trattamento ortodontico o chirurgico prima della ricostruzione definitiva, sempre per portare il margine di frattura sopra gengiva. I casi più gravi necessitano dell’estrazione seguita dalla sostituzione protesica o impianto protesica dell’elemento dentale. La situazione va monitorata nel periodo successivo all’incidente anche per mezzo di radiografie.

Frattura della radice

Il dente può apparire intatto, tuttavia essere mobile e provocare dolore alla percussione. Si può notare sanguinamento dalla gengiva attorno al dente, che può diventare, a sua volta, di colore grigio o rosso. Per diagnosticare una frattura della radice serve una radiografia, in quanto essa non è visibile all’esame obiettivo. Recarsi subito dal dentista è fondamentale per riposizionare il prima possibile e correttamente il dente. Successivamente il dente sarà bloccato in quella posizione e collegato ai denti adiacenti mediante un filo. L’elemento dovrà rimanere bloccato per un periodo che va dalle 4 settimane ai 4 mesi, a seconda dell’altezza a cui è avvenuta la frattura della radice. A seguire, verranno eseguiti controlli clinici e radiografici per verificare se la polpa rimane vitale o meno. In quest’ultimo caso si dovrà eseguire un trattamento canalare per preservare il dente.

Frattura alveolare

Si parla di frattura alveolare quando non si frattura il dente ma l’osso che lo sostiene. Il dente può apparire mobile e dislocato dalla sua sede naturale e disallineato rispetto agli altri. Anche in questo caso, la diagnosi viene fatta per mezzo di radiografie. Il dente deve essere riposizionato dal dentista nella sua sede corretta e bloccato per mezzo di uno splintaggio per quattro settimane. Eventuali lacerazioni della mucosa devono essere suturate. Nel tempo verranno effettuati esami clinici e radiografici per controllare la guarigione della frattura e la vitalità del dente. In caso di necrosi dovrà essere sottoposto a trattamento canalare.

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Dr. Tommaso Cappellin

Laureato in odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Padova nel 2020. Durante il periodo universitario ha frequentato corsi extra curricolari di conservativa con il dott. Marco Calabrese e il dott. Lorenzo Graiff, di allungamento di corona clinica tenuto dal prof. Leonardo Trombelli e di endodonzia con il dott. Luca Bovolato. Attualmente sta seguendo il corso annuale di Protesi Dentaria tenuto dal Dr.Gracis a Milano.

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