L’importanza del sondaggio parodontale

Giovanni Eger

Giovanni Eger

Come capisco se le mie gengive stanno bene?

Il primo modo per capire se le nostre gengive stanno bene è osservarle.
Le gengive sane sono di colore rosa, hanno una consistenza compatta e non sanguinano, nemmeno durante lo spazzolamento o l’uso del filo interdentale.

Il dentista, invece, per verificare se le gengive e l’osso che sostengono i denti sono in buona salute, non si limita a guardarle, ma deve fare una semplice operazione che si chiama sondaggio parodontale. Richiede pochi minuti, è indolore ed ha un’importanza fondamentale.

Per questo va sempre fatto alla prima visita di tutti i pazienti e poi ripetuto durante i controlli periodici. I valori rilevati dall’esame vengono poi registrati sull’apposita cartella parodontale digitale per avere sempre sotto controllo la situazione.

Ma nella pratica, in che cosa consiste il sondaggio parodontale?

La gengiva che circonda i nostri denti, in condizioni normali, crea un sigillo perfetto attorno ad essi per proteggere l’osso e il legamento che li tengono ancorati al loro posto. Anche se non riusciamo a vederlo, tutt’intorno ai denti la gengiva forma una sorta di micro- fossato, chiamato solco gengivale, che li circonda a 360 gradi. Questo solco è fisiologicamente presente ed ha una profondità variabile da persona a persona, genericamente di 1, 2 o massimo 3 millimetri.

Il sondaggio parodontale consiste nell’andare a misurare la profondità di questo solco attorno a tutti i denti (di solito in 6 punti distinti per ciascun elemento) con uno strumento apposito chiamato sonda parodontale; si tratta di un sottilissimo righello millimetrato, la cui punta è smussata per non causare fastidio. Se la profondità di sondaggio supera i 3 millimetri (4, 5, 6 o anche di più) significa che in quel punto c’è qualcosa che impedisce alla gengiva di stare bene e di creare un buon sigillo attorno al dente. Per questo motivo la cartella parodontale digitale, in automatico, evidenzia in rosso i valori dai 4 millimetri in su.

Ma cos’è che impedisce alla gengiva di stare bene?

Nella maggior parte dei casi i responsabili sono i batteri che hanno avuto la possibilità di accumularsi in superficie e un po’ alla volta di insinuarsi in profondità lungo la superficie del dente. Se non vengono rimossi, infatti, daranno luogo a un danno via via maggiore che rovinerà sempre di più il sistema di supporto del dente portando anche alla sua perdita. Tale danno prende il nome di malattia parodontale o, più comunemente, piorrea, e dipende dal tipo di batteri presenti e dalle caratteristiche proprie del paziente.

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A questo punto è importante sottolineare due cose.

  • chi ha le gengive che sanguinano, infiammate o le gengive gonfie, ha sicuramente qualche problema, ma deve sapere che si può curare e che importante intervenire presto per contenere i danni;
  • anche gengive apparentemente sane e senza problemi vanno esaminate attraverso il sondaggio parodontale: l’esame può rivelare eventuali problematiche non percettibili a prima vista.

Ecco perché è importantissimo che tutti facciano il sondaggio parodontale, assieme alla visita clinica e al controllo con radiografie.

Dr. Giovanni Eger

Laureato con lode in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli studi di Verona nel 2008. Perfezionato in endodonzia sotto la guida del dott. Fabio Gorni, conservativa sotto la guida del dott. Roberto Spreafico ed in Protesi Totale presso il Prof. Glauco Marino. Ha frequentato il corso biennale di parodontologia presso il dott. Roberto Pontoriero a Milano. Si occupa prevalentemente di conservativa, protesi, parodontologia, chirurgia parodontale ed implantare.

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